“In venti anni di esperienza di giornalismo sportivo credo di non aver mai sentito prima d’ora parlare del tema del sonno” esordisce così Luca Castaldini moderatore del primo convegno Sleep&Performance promosso da Dorelan.
Il progetto Dorelan ReActive
È esattamente questo segnale che l’azienda forlivese ha intercettato e rielaborato.
Il sonno, un bisogno primario e necessario per l’uomo, tale da occuparne il 33% del tempo speso in una vita, è spesso categorizzato come banale. Ma, per chiunque voglia performare ai massimi livelli, nella vita come nello sport è determinante.
Questa è la direzione che il progetto Reactive vuole indicare, un percorso mai dibattuto prima d’ora per studiare il sonno, ed in ultima analisi, migliorarlo. Un progetto che mira alla sensibilizzazione degli atleti sul concetto della Sleep Hygiene, ovvero tutti quei comportamenti ed azioni che possono permettere di “proteggere” la qualità del sonno da tutti i fattori esterni di disturbo. Un’idea nata due anni fa e concretizzata nel prodotto Reactive e nei benefici dimostrati dallo studio scientifico preliminare presentato in anteprima durante il convegno dal titolo “The effect of a mattress on actigraphy—based quality in professional player: a preliminary study”.
La ricerca scientifica alla base del progetto
Due anni di test, ricerche e formazione di un gruppo di ricerca, capitanata dal Prof. Antonio La Torre, docente dell’Università degli Studi di Milano, spinto ogni giorno dalla voglia di scoprire e indagare cosa accade durante la notte e soprattutto quali ricadute, negative e/o positive, possano poi verificarsi da una sua alterazione.
“Tutta la letteratura scientifica è concorde nel dire che il più potente fattore di recupero per un atleta è il sonno. Lo scopo ultimo del nostro progetto è quello di poter sviluppare strumenti in grado di migliorare la sua qualità ogni giorno. Quando viene a mancare quel delicatissimo equilibrio tra carico di lavoro e recupero, spesso a causa della scarsa qualità di quest’ultimo, viene ad indebolirsi il nostro sistema immunitario. Se trascurato questo deficit nel tempo produce inefficienza di tutto l’organismo fino a sfociare nel rischio di pericolosi infortuni.” Con queste parole si apre l’intervento del Prof. Antonio La Torre.
“La vita di uno sportivo è molto più complicata di quelle di una persona sedentaria. Muscolatura stressata da allenamenti sempre più faticosi, incremento dell’attività agonistica con relativo incremento dello stress emotivo prima di ogni evento, sistema scheletrico sollecitato e sempre in tensione, tutto da unire agli stress della vita di tutti i giorni, lavoro e famiglia. Per questo dovrebbe prestare maggiore attenzione al dormire, mentre i dati ci dicono l’esatto opposto. Un atleta su cinque ha problemi legati al sonno e il 75% degli atleti olimpionici dorme meno di 7 ore, quando dovrebbe dormirne dalle 8 alle 10” aggiunge il Prof. La Torre
Gli interventi di giornata
Oltre ai membri del Comitato Scientifico, Antonio La Torre, Jacopo Vitale (Ricercatore presso l’istituto Galeazzi di Milano), Giovanbattista Sisca (Medico sociale del Bologna Calcio) e Francesca Vitali (Psicologa dello sport presso l’Università di Verona), sono intervenuti Luca Guercilena, Team Manager della Trek-Segafredo Cycling Team, e Maurizia Cacciatori, ex capitano della Nazionale Italiana di Pallavolo.
Come sottolinea Luca Guercilena, nel mondo professionistico tutti curano i cosiddetti “marginal gains” per poi dimenticarsi delle cose base come allenarsi, mangiare e dormire. Ed è proprio il dormire l’elemento troppo spesso dimenticato e banalizzato. In una società che non ci permette di avere più tempo, con gare ogni settimana, trasferte internazionali, stress fisico e psicologico crescente, “dormire bene diventa un mestiere”. Massimizzarne i benefici di un processo fisiologico attivo che vale un terzo della nostra giornata diventa un imperativo per chiunque voglia competere ai massimi livelli.