Ci sono gli sport individuali e gli sport di squadra. Poi ci sono gli sport di famiglia. L’ironman è uno sport di famiglia. Già perché solo l’approvazione e l’impegno quotidiano di ogni singolo componente può determinare il successo della prestazione.
Le consorti hanno il ruolo di playmakers: giocano a centro campo permettendo che ogni cosa sia al loro posto, sono le registe. Senza di loro non si potrebbe pensare ad un goal: si preoccupano di preparare i pasti, lavare gli indumenti sintetici (o meglio resuscitarli), assicurare che il frigo sia sempre saturo, stirare le camicie, attendere con pazienza che arrivi anche il loro turno per dedicare un po’ di tempo a se stesse e supportano l’umore della famiglia, celando a volte la stanchezza che le pervade. In difesa, poi, ci sono loro, i figli. Nel caso mio e di Ivan, la figlia. Bianca Risti. Non è stato facile comprare la sua approvazione al gioco di famiglia.
Poco dopo la sua nascita, un mese esatto, il suo papà si era preso un impegno con la triplice, staccando un pettorale per Ironman Argentina. Non sono bastate un paio di tutine marchiate Ironman Champion 2050 in dono a Little White per convincerla ad unirsi al gioco di famiglia. Il suo temperamento, infatti, dava un bel da fare giorno e notte sin dai primi giorni. Così per assicurare il riposo del papà prossimo alla gara ci siamo divisi le stanze: io e Bianca in camera da letto e lui sul divano letto in salotto. In questo modo la quiete notturna era assicurata. Un po’ meno la qualità del riposo. In particolare, quello di Ivan, l’attaccante di famiglia.
Si sa che la privazione del sonno può avere effetti negativi sulla performance, in particolare sull’esercizio fisico submassimale e prolungato. Come l’ironman guarda caso. La compromissione del sonno può anche influenzare l’apprendimento, la memoria, la percezione del dolore, il sistema immunitario e il livello di infiammazione silente. Favorire gli infortuni da stress ed il catabolismo muscolare. Non ultimo l’umore. E di questa modificazione ne so qualcosa io e non ci sono omega-3 che tengano.
C’è di più. Oltre al danno, la beffa. Un sonno alterato, infatti, può favorire la deplezione del glicogeno epatico e la ricerca durante il giorno di cibi ad alto contenuto di zuccheri. In altre parole, sabotare la riuscita di un Ironman. Consci di questo, con Bianca, il suo papà ha dovuto fare un patto. Non è dato a sapersi il contenuto. Sono cose che rimangono tra padre e figlia (sapete, quel rapporto lì, che di scientifico ha ben poco). Questo però ha permesso a Ivan di dormire qualche notte tranquilla prima della partenza e non accumulare debito di sonno.
Già perché a dirla tutta è vero che la notte prima dell’Ironman – come un po’ la notte che precede gli esami – non si dorme un granché: vuoi la partenza all’alba, la tensione pre-gara… Ma è altrettanto vero che ciò che è più rilevante è presentarsi in partenza senza debito di sonno nelle due settimane che precedono la competizione. Per questo un riposo notturno di qualità sia durante la preparazione che nella settimana di tapering è fondamentale.
Col tempo Bianca sembra essersi innamorata del triathlon e della sua lunga distanza. Noi che – malfidenti – temevamo già nella regola del contrappasso. Un conto è raccontarlo l’Ironman. Viverlo è un altro paio di maniche! Deve ancora prender confidenza con la sveglia all’alba, lei che è diventata col passare dei giorni una grande dormigliona, o meglio, un’amante del sonno e che non mollerebbe mai il suo materasso (le piace talmente tanto che a volte di giorno ci salta sopra!). Ma l’emozione di seguire il suo papà, i suoni, i colori, le vibrazioni degli animi, l’entusiasmo che si respira, gli applausi e il movimento di quella lunga giornata, la galvanizzano e le fanno render conto per cosa ci alleniamo ogni giorno tutti e tre e quanto il suo ruolo sia strategico nella riuscita del nostro gioco di famiglia.
L’Ironman puoi viverlo solo se ti è permesso sognarlo di notte.
E un buon riposo è senza dubbio un fattore primario per realizzarlo. Una chiave di volta del nostro gioco di famiglia.
Elena Casiraghi