La mia vita sportiva inizia all’età di 13 anni con il calcio, poi, a causa di qualche infortunio che si presentava un po’ più spesso del previsto, ho cominciato a praticare nuoto con il mio attuale allenatore che all’epoca era un triatleta. Così, dopo un primo periodo in acqua, mi chiese se volevo provare a praticare il triathlon.
Come è cambiata la percezione del recupero nel corso degli anni?
Nel corso degli anni, con l’aumentare delle distanze in gara (e con l’età), il fattore recupero diventa sempre più importante, al pari di nuoto, bici e corsa, rientrando di fatto nel gruppo della “quarta disciplina” del triathlon.
Cosa è cambiato rispetto alla prima vittoria a Lanzarote?
La prima vittoria è arrivata probabilmente inaspettata, perché era la prima gara lunga dopo il famoso infortunio alla spalla che mi ha costretto a rimanere fermo diversi mesi. La seconda invece è stata vissuta in un modo tutto particolare. Puntavo molto su Lanzarote quest’anno e in cuor mio sapevo di poter fare bene. Quello che però non immaginavo è che avrei vissuto questa gara da una prospettiva totalmente diversa e per me totalmente nuova, quella di stare davanti a tutti dai primi chilometri in bici fino al traguardo.
Da quando hai iniziato a prestare attenzione al recupero cos’è cambiato? La tua routine è cambiata?
Se parliamo di allenamenti, la routine è più o meno la stessa ma non mi pesa affatto. E’ il mio lavoro e poi ho la fortuna di essere supportato dalla mia famiglia e circondati da tanti amici/atleti che condividono con me allenamenti e momenti di svago. Quello che è cambiato è sicuramente l’attenzione alla fase del recupero. Ogni minuto guadagnato in questa fase è prezioso per affrontare tre allenamenti al giorno al meglio della condizione. Poter contare poi su un riposo totale grazie al Reactive® è un’arma in più a disposizione.
Che consigli dai all’amatore che vuole intraprendere una lunga distanza?
Il consiglio che do è sempre di cominciare un passo alla volta, avvicinandosi alle distanze più piccole come super sprint e sprint, per prendere confidenza con tanti aspetti di questo sport bellissimo senza avere la fretta di buttarsi a capofitto fin da subito in una distanza così impegnativa. E soprattutto, bisogna fare sport per divertirsi!
Come ti stai preparando a questo finale di stagione a Kona?
Già dalla metà luglio ero quasi certo della qualifica, così ho iniziato subito la mia preparazione. Nel mese di agosto sono rimasto a casa, in Val di Fiemme, per continuare ad allenarmi. Poi, tra la fine di agosto e i primi di settembre, ho partecipato ad alcune gare su distanza sprint e olimpica e, successivamente, mi sono spostato in Liguria dove ho continuato la mia preparazione prima di partecipare all’Ironman 70.3 di Nizza del 16 settembre scorso. Oggi sono a Cervia in veste di spettatore per fare il tifo ai miei compagni di squadra impegnati nell’Ironman Italy e nei prossimi giorni tornerò a casa per sistemare le ultime cose prima di partire per le Hawaii, dove arriverò circa una decina di giorni prima della finale mondiale.
Da poco tempo hai in dotazione il kit ReActive per le trasferte, raccontaci di più su questo prodotto.
Quello che posso dire è che è una valida alternativa – composta da materasso singolo e cuscino conservati in un trolley da viaggio – quando non ho la possibilità di poter riposare sul mio materasso dorelan perché fuori casa. Molto comodo negli spostamenti in auto, leggermente meno in aereo quando si viaggia per una gara, perché può rappresentare un altro bagaglio da portare insieme alla valigia per la bici e ai borsoni. Ma con un po’ di organizzazione si riesce a portarlo anche in aereo. Per quanto riguarda l’aspetto legato alla qualità del sonno è una valida alternativa al Reactive vero e proprio.
Quanto conta il recupero dopo un Ironman? E come lo massimizzi?
Il recupero post Ironman è fondamentale perché è da quello che dipende (molto) l’integrità fisica dell’atleta. Immediatamente dopo una gara cerco di ottimizzare la fase di recupero con una seduta di elettrostimolazione mirata a sciogliere le gambe il più possibile, solitamente in hotel nel post gara, dopo la doccia. Nei giorni a seguire cerco di fare uno o due massaggi di scarico e, come allenamento, solamente del nuoto sciolto senza lavori, e della bici agile (sempre al massimo un allenamento al giorno), e possibilmente qualche giorno di vacanza! Una volta a casa, poi, naturalmente, mi concentro sul riposo, cercando di dormire più ore possibili… sul mio materasso ReActive!
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