E così anche per me è arrivato il giorno del primo Ironman. Era da tempo che pensavo di fare il grande salto nei “full distance”, per cui quale occasione più ghiotta dell’Ironman Cervia?! Una gara a due passi da casa mia, dove conosco praticamente ogni centimetro del tracciato e che non mi sarei mai perdonato di non fare!
La preparazione è stata faticosa, allenarsi a pieno regime d’estate, qui in Romagna, è veramente dura, in più venivo da una stagione già piuttosto lunga e logorante, e le mie articolazioni e muscoli, certi giorni, chiedevano il conto!
Sin da subito l’approccio a questa gara è stato quello di provare a vedere cosa si riusciva a fare, senza avere particolari obiettivi, se non quello di finire la gara e fare esperienza.
Il 22 settembre arriva velocemente, l’ultima settimana letteralmente vola, e in men che non si dica è sabato mattina, non si può più tornare indietro. La tensione quella mattina, sulla spiaggia di Cervia, me la si leggeva in faccia, il clima era perfetto, talmente perfetto che l’acqua era calda, troppo calda per la muta, e così muta vietata, peccato che c’erano meduse grandi come un pallone da basket in acqua e questo metteva in tutti un po’ di ansia in più! Nonostante ciò, il nuoto fila via abbastanza veloce e senza grossi patemi, uscendo secondo dall’acqua.
Partiti per la bici il mio unico obiettivo era quello di non spendere troppo e cercare di controllare il wattaggio per non fare fuori giri, senza seguire gli atleti più forti che in bici avrebbero senza dubbio fatto la differenza. Fino a Bertinoro tutto bene, poi sulla MIA salita, con tutti i miei amici a tifare per me, non ho resistito e ho attaccato! Sono rimasto solo, ma non ero preoccupato, finché stavo nel range che avevo previsto di potenza. Unico problema, al 70esimo km prendo una buca, esce la batteria dal lettore di potenza, risultato: praticamente come fossi diventato cieco, non ho più il mio riferimento!!
Al giro di boa di Cervia riesco a capire i veri distacchi su chi mi precede e su chi mi segue; ho fatto meno differenza di ciò che mi aspettassi, in più ormai ero completamente allo sbando dal punto di vista di gestione del mio sforzo, decido quindi di calare un po’ l’andatura e di farmi riassorbire dagli inseguitori. Almeno potevo farmi “aiutare” dal ritmo di chi aveva più esperienza di me e quindi cercare di gestire meglio le energie.
Il secondo giro di bici scorre via abbastanza veloce, anche se sento che le gambe iniziano a farmi male, ma non posso e non devo pensarci, ho ancora una maratona da correre, tra l’altro la mia prima maratona della vita!!
Mi ero ripromesso di non guardare l’orologio satellitare, per non rischiare di farmi prendere dallo sconforto e così all’inizio faccio, cerco di ascoltare il mio corpo e di correre in controllo, ma poi ad un certo punto cedo e ci guardo, pensavo di aver fatto almeno 6/7 km, invece ho appena superato il terzo km, me ne mancano 39, qui capisco che sarà durissima!
La prima mezza maratona la corro anche abbastanza bene tutto sommato, ma poi le energie iniziano a finire, inizio a camminare ai ristori, mi pongo come obiettivo di correre da un ristoro all’altro, poi questo non basta più e dal 30esimo al 34esimo km non faccio quasi che camminare. Non voglio raccontarvi tutte le volte in cui ho pensato di ritirarmi, staremmo qui un mese, ma quando dicono che l’Ironman tira fuori la tua parte più oscura, vi garantisco che è una delle verità più profonde che abbia mai sentito.
Poi all’improvviso arriva il km 35, qualcosa scatta nella mia testa e nelle mie gambe, ricomincio a correre, anche forte!! Sento l’odore del traguardo e non mi fermo più, non sento più niente! Il tappeto rosso all’arrivo è uno spettacolo, il tifo, la gente il casino…tutto da togliere il fiato!
8 ore e 40 minuti, questo il mio tempo finale, 8° assoluto, e mi dicono anche di aver fatto (nel mio piccolo) il record romagnolo!!
Per qualche giorno ho dovuto scendere le scale all’indietro per il mal di gambe che avevo, ma credetemi se vi giuro che ne rifarei un altro anche adesso!!
Mattia Ceccarelli – Ironman e triatleta professionista