Il dott. Jacopo Vitale ed il Prof. Antonio La Torre, entrambi componenti del Comitato Scientifico Dorelan, hanno recentemente pubblicato un nuovo articolo scientifico sulla rivista internazionale Chronobiology International.
Lo studio, dal titolo “Athletes’ rest-activity circadian rhythm differs in accordance with the sport discipline” ha dimostrato che gli atleti, appartenenti a diverse discipline sportive, hanno dei ritmi biologici molto differenti fra di loro e, nel caso specifico, stiamo parlando del ritmo circadiano attività-riposo.
Questa importante variabile fisiologica, definita in inglese RAR, rest-activity circadian rhythm, viene comunemente valutata mediante antigrafo e descrive il livello di attività giornaliera degli atleti e ne identifica anche il momento di picco nell’arco della giornata.
Il ritmo circadiano nei diversi sport
Il risultato interessante è stato che triatleti, pallavolisti e calciatori hanno evidenziato dei livelli di attività molto differenti: nello specifico, i triatleti hanno evidenziato dei volumi di attività fisica molto più elevati rispetto ai giocatori di sport di squadra, inoltre, il loro picco di attività è stato registrato in orario mattutino. Al contrario, pallavolisti e calciatori hanno raggiunto il massimo volume della loro attività fisica nel tardo pomeriggio.
Il dotto Jacopo Vitale evidenza che: “Queste differenze sono principalmente dettate dal fatto che atleti degli sport di squadra e di sport individuali hanno orari d’allenamento molto diversi. Gli atleti che praticano triathlon si allenano con grandi volumi di lavoro, e spesso competono la mattina e nel primo pomeriggio. Al contrario, i calciatori ed i pallavolisti svolgono sessioni d’allenamento anche nel tardo pomeriggio e soprattutto possono svolgere gare ufficiali in un orario serale molto estremo, fra le 21:00 e le 23:00.
Questo diverso timing dall’allenamento spiega quindi, almeno parzialmente, le differenze nel ritmo circadiano attività-riposo di queste categorie di atleti”.
Alla luce di questo studio risulta quindi fondamentale considerare anche le variazioni circadiane dell’allenamento per comprendere al meglio il diverso comportamento ed i diversi ritmi biologici degli atleti, siano essi professionisti o amatori.
Il Dott. Vitale conclude: “Il prossimo passo sarà quello di comprendere se queste differenze nel ritmo circadiano attività-riposo si traducono anche in un diverso riposo notturno”.
a cura del COMITATO SCIENTIFICO