Sabato 26 ottobre 2019 ho avuto il privilegio di moderare il secondo convegno Sleep & Performance promosso da Dorelan per diffondere la cultura del sonno, e del riposo, in relazione alla prestazione sportiva. Non è la prima volta che mi capita di moderare un convegno a tema sportivo, ho partecipato a numerosissimi corsi di formazione per allenatori e talvolta mi è anche capitato di stare dalla parte del relatore ma poche volte ho avuto la sensazione che tra i diversi interventi ci fosse un fil rouge così forte. Infatti spesso mi ritengo molto soddisfatto se da un evento formativo porto a casa uno o due concetti forti su cui riflettere e sabato, durante il viaggio di ritorno, mi son ritrovato a pensare a un’espressione che è tornata più volte nelle parole di relatori e ospiti: marginal gains.
La teoria dei guadagni marginali non è certo nuova e anzi, dall’enfasi avuta dopo i successi di Team GB e Team Sky nel ciclismo grazie alla sua applicazione da parte di Sir Dave Brailsford, a oggi, la sua aura è stata anche in qualche modo ridimensionata. Caso ha voluto che il convegno Sleep&Performance si sia tenuto a pochi giorni di distanza da due prestazioni sportive in qualche modo epocali, l’1h59’40” di Eliud Kipchoge sulla distanza della maratona e il 2h14’04” di Brigid Kosgei che dopo più di 16 anni ha frantumato il leggendario record di Paula Radcliffe sempre sui 42,195 km. Due prestazioni che, fatta la tara a circostanze e strategie, dicono ancora una volta che no, la fine dei record non è ancora arrivata. Cioè, c’è ancora modo e spazio per poter migliorare le performance sportive, anche solo dell’1%, per tornare appunto alla teoria dei marginal gains.
Al convegno Sleep & Performance si è parlato principalmente di atleti di alto o altissimo profilo, con vista su Tokyo 2020 e le Olimpiadi, che sono state il focus degli interventi di Davide Cassani e Costantino Bertucelli. Tuttavia, se per un amatore certe tecnologie, certi accorgimenti e certi materiali destinati ai professionisti sono preclusi, c’è un aspetto del vantaggio marginale che è invece accessibile a tutti, ed è quello del riposo. Non è necessario essere un professionista per riposare bene e una corretta sleep hygiene – argomento dell’intervento del dottor Jacopo Vitale, Ricercatore IRCCS dell’Istituto Ortopedico Galeazzi, è davvero alla portata di tutti. Ecco, da appassionato e praticante oltre che giornalista sportivo, l’idea che ho portato a casa è appunto questa, che il riposo non è solo un fattore migliorativo della prestazione sportiva, qualunque essa sia e anche quella di un semplice amatore, ma è anche uno dei più accessibili marginal gains in grado di migliorare le nostre vite sempre più disturbate da rumore, stress, stimoli visivi e poco rispetto dei ritmi fisiologici di vita.
Claudio Gervasoni – giornalista di Starbene, GQ e SportOutdoor24