DEFATICAMENTO E SCARICO
Dopo ogni allenamento è importante fare defaticamento. «E per defaticamento», chiarisce il professor Antonio La Torre, Direttore Tecnico FIDAL e Professore Associato presso l’Università degli Studi di Milano, «non si intendono due giri di corsa». È importante soprattutto dopo un allenamento importante, in vista di un successivo allenamento importante. «Si fa il defaticamento per velocizzare l’allontanamento dei detriti della fatica attraverso il flusso della circolazione sanguigna oppure attraverso pratiche fisioterapiche. O, ancora, con delle forme di rilassamento. In buona sostanza il defaticamento accelera i tempi di recupero e lo smaltimento delle tossine della fatica».
C’è differenza tra defaticamento e scarico?
«Assolutamente sì. Sono due cose diverse. Per scarico si intende una strategia di riduzione progressiva dei carichi di allenamento, soprattutto in termini di volume e non in termini di intensità. Questo serve a far sì che si arrivi al momento della competizione avendo massimizzato gli effetti dell’allenamento. È una vera e propria strategia da inserire nell’allenamento. Al tempo stesso può indicare, all’interno di un allenamento settimanale costante e pesante, una sessione di allenamento leggero».
Ha detto che il defaticamento non deve limitarsi “a due giri di corsa”: dunque come va affrontato?
«Faccio un esempio: dopo una partita di calcio sarebbe ideale poter abbinare alla competizione dei giri di corsa ad una certa intensità cardiaca. Correre blandamente non comporta un defaticamento efficace. Da un punto di vista meccanico una forma di defaticamento, che va adattata a seconda delle circostanze, possono essere degli esercizi posturali. Invece alcune volte il defaticamento può essere evitato del tutto: questo fa in modo che le tossine della fatica agiscano a rimodulare l’ambiente nella cellula muscolare. Se la fatica residua persiste nel muscolo ristruttura il muscolo stesso».
Ma questo vale solo per gli sportivi professionisti o anche per coloro che fanno sport a livello amatoriale?
«Chi fa sport amatoriale, a mio parere, raramente arriva ad intensità massime. In un allenamento cosiddetto lungo lento, la frequenza cardiaca di uno sportivo amatoriale non supera il 65% e non ha nessun bisogno di fare defaticamento. Il lavoro aerobico svolto serve tanto al cuore quanto alla circolazione. In caso di ripetute anche per un corridore amatoriale serve fare defaticamento, per smaltire prima la fatica. Suggerisco, come mantenimento dell’apparato osteo articolare, lo stretching e degli esercizi posturali. Anche mezz’ora dopo l’allenamento. Questo mantiene la muscolatura elastica e rappresenta una tutela dagli eventuali infortuni».