Il sonno in una gara di ultracycling investe direttamente la sfera della gara stessa. Le gare, infatti, si definiscono “no-stop”, ovvero il cronometro viene fatto partire nel momento in cui si aggancia la scarpa al pedale e si arresta una volta varcata la linea del traguardo. Capite bene quanto diventi fondamentale una corretta gestione del riposo.
L’evoluzione dell’Ultracycling
Negli ultimi anni la disciplina dell’ultracycling sta assistendo ad un vero e proprio boom. La nascita di nuovi eventi e la crescita di quelli pre-esistenti sta portando un afflusso di nuovi potenziali utenti e alla creazione, di conseguenza, di un vero e proprio movimento di elite. L’arrivo di atleti sempre più preparati sta comportando l’approdo di preparatori, coach con la conseguente iper specializzazione che ne sta derivando. Più in generale, nel settore dell’ultra endurance, le tecniche legate all’allenamento e alla metodologia con cui affrontare lunghe percorrenze (da “semplici” gare di 24 ore fino a eventi in cui si è impegnati giorni, settimane intere) si stanno evolvendo rapidamente.
Si è passati da disciplina in cui “bastava” essere in grado di torturare il proprio fisico fino al raggiungimento del tanto agognato traguardo, a vero e proprio sport in cui la performance inizia ad assumere sempre di più un valore fondamentale. Coprire lunghissime distanze e farlo nel minor tempo possibile richiede studio, applicazione, metodologia e la cura di tutti quei fattori che, sommati tra loro, possono fare la differenza tra vincere una gara di ultracycling o arrivare, al più, a concluderla. Fermo restando la componente mentale, che riveste ancora la maggior parte della buona riuscita di una lunga avventura o competizione di ultra endurance, ci sono dettagli imprescindibili la cui cura risulterà fondamentale.
Il sonno
Senza ombra di dubbio la gestione del sonno è una delle chiavi attraverso cui sbloccare al meglio i propri meccanismi atletici e fisici. Se nello sport tradizionale la cura del sonno è fondamentale per quanto riguarda il ripristino delle energie del proprio corpo tra un allenamento e il successivo o, addirittura, prima di una competizione, in una gara di ultracycling investe direttamente anche la sfera della gara stessa. Le gare di ultracycling, infatti, si definiscono “no-stop”, ovvero il cronometro viene fatto partire nel momento in cui si aggancia la scarpa al pedale e si arresta una volta varcata la linea del traguardo, svariate migliaia di chilometri dopo, come accaduto alla Trans America Bike Race. 7000 km No-Stop dalla costa pacifica (Oregon) a quella atlantica (Virginia) attraverso una varietà incredibile di climi, fauna, caratteristiche stradali (dalle montagne infinite di Wyoming, Montana e Colorado a quelle breve e arcigne del Kentucky attraverso le lande desolate del Kansas, ad esempio). Il sonno, quindi, entra di diritto a far parte attivamente della competizione e, spesso, la differenza può farla le ore spese per il recupero.
Microsonno (il “Powernap”)
Da sempre una delle chiavi del successo nell’ultracycling è la tecnica del microsonno (dall’inglese “Powernap”) Una tecnica che consiste nell’ingannare il fisico, crollando in un sonno improvviso quando si è giunti al culmine della stanchezza (che per un ultracyclist può significare aver pedalato anche 24-30 ore ininterrottamente!) risvegliandosi “solamente” 15-25 minuti dopo. Una tecnica complessa da attuare e che da il massimo dei risultati in tutte quelle condizioni limite in cui si cerca il massimo della performance in bici senza intaccare il monte ore di tempo speso fermi, senza macinare chilometri. Se il Powernap da il meglio di se in gare relativamente brevi (fino a 48-72 ore consecutive) mostra i propri limiti laddove le distanze, come nel caso della Trans America, richiedono di rimanere in sella settimane intere. Il fisico è incapace di sostenere un simile ritmo per 15-20 giorni consecutivi ed ecco che, allora, tale tecnica può risultare attuabile nelle prime fasi di gara, quando si è ancora relativamente freschi o in quelle conclusive, quando si cerca lo sprint finale e si deve ottimizzare ogni minima sosta.