Quando si parla di “infiammazione silente” non si può non partire dalle teorie avanguardiste del dottor Berry Sears che, sul tema, ha condotto diverse ricerche, diventando uno dei massimi esperti nel campo del controllo della risposta ormonale attraverso la dieta.
I suoi studi si fondono su una premessa scientifica: tante persone che, all’apparenza, sembrano godere di buona salute, in realtà soffrono di un livello elevato di infiammazioni silenti che – se non adeguatamente trattate – possono nel tempo degenerare in patologie anche gravi, come cardiopatie, pneumopatie, artriti, malattie neurodegenerative e tumori.
Le infiammazioni vengono definite “silenti” perché generalmente sono asintomatiche e, talvolta, neppure rilevabili dagli esami ordinari. Nonostante questo, è accertato che – ad un certo punto della sua vita – l’uomo passa da uno stadio generale di benessere ad uno di infiammazione cronica cellulare, ovvero lo stato che prelude l’insorgere di malattie.
L’infiammazione, in realtà, è un meccanismo di difesa necessario al nostro corpo. Ha, infatti, una funzione immunitaria rispetto alle malattie batteriche o virali e serve per guarire da fratture o tagli. Ma lo stato infiammatorio, se trascurato, può aggravarsi. È a quel punto che l’organismo comincia ad attaccare se stesso, creando il terreno ideale per l’insorgere di patologie auto-immuni.
L’unica arma che abbiamo per ridurre lo sviluppo precoce di patologie croniche – secondo le teorie del dottor Sears – è un regime alimentare corretto, ovvero l’utilizzo del cibo come un farmaco. Alcuni alimenti, infatti, possono essere una fonte di sostanze benefiche per la salute, con azioni ben precise sull’organismo e sul funzionamento di ogni sua singola cellula.
Prevenire le infiammazioni silenti si può, iniziando già dalla gravidanza perché i nutrienti che arrivano al bambino possono attivare o disattivare alcuni geni, quindi influenzare – nel bene come nel male – tutta la vita del nascituro.
Per massimizzare la durata della vita in salute agendo sull’infiammazione silente, la dieta ottimale prevede l’utilizzo di alcuni super-food come pesce, alghe, verdure, spezie, ovvero ‘alimenti-farmaci’ che non dovrebbero mancare mai a tavola perché ricchi di acidi grassi, omega-3 e polifenoli, sempre molto presenti nell’alimentazione delle popolazioni più longeve. I polifenoli, infatti, sono sostanze anti radicali liberi che proteggono il nostro corpo dal cosiddetto “stress ossidativo”.
Sin da tempi antichi abbiamo sempre sentito dire che “il cibo è, in assoluto, il farmaco più potente“. Ebbene, oggi sappiamo anche che il regime alimentare più corretto è costituito da un’alimentazione a basso carico glicemico.
La nostra alimentazione infatti, può influire in maniera significativa sulla produzione di ormoni. E questi sono molto più potenti di qualunque farmaco perché nessun surrogato farmaceutico agisce così velocemente sull’infiammazione come il cibo.
I carboidrati che introduciamo nel nostro organismo condizionano la produzione di insulina che viene definita “l’ormone dell’immagazzinamento”. Quindi se mangiamo troppi carboidrati ad alto indice glicemico (come pane, pasta, pizza, dolci gelati, ecc. ecc.) produciamo molta insulina e questa, a sua volta, aumenterà la nostra infiammazione. Se, al contrario, utilizziamo carboidrati a basso indice glicemico, come frutta e verdura, oltre ad essere ricchi di polifenoli e sostanze antiossidanti, ridurranno l’infiammazione corporea e diminuiranno lo stress ossidativo.
Le proteine invece influenzano la produzione di glucagone che mobilizza le riserve di grasso ed è antagonista dell’insulina. L’equilibrio tra questi due ormoni gestisce la produzione di Eicosanoidi, ormoni che governano l’infiammazione e sono influenzati dai grassi che noi inseriamo con l’alimentazione, come gli omega 3 contenuti nel pesce.
Questi 3 gruppi di ormoni si modificano ogni volta che mangiamo. Il nostro compito è quello di mantenerli entro un determinato “Indice di Equilibrio”.
In definitiva, se l’infiammazione è il nemico bisogna combatterla anche a tavola con una strategia nutrizionale che riesca a controllarla mantenendo prima di tutto la glicemia entro il range ottimale così da non scatenare risposte ormonali.
Iader Fabbri
Consulente nutrizionale e divulgatore scientifico