Molti atleti sono convinti che la miglior performance possibile si ottenga principalmente attraverso un allenamento intensivo e costante. Niente di più sbagliato.
Certo, allenarsi in maniera adeguata è una condizione imprescindibile per ottenere i risultati che ci siamo prefissati, ma ci sono almeno altre due componenti che, a mio parere, possono essere considerate assai più importanti.
Per ottimizzare le energie e mettere il nostro organismo nella condizione ideale per ottenere la “migliore prestazione possibile”, bisogna curare una triade di fattori, il più importante dei quali è certamente il recupero.
Secondo i miei studi e le mie ricerche empiriche, il riposo – intenso come un “buon sonno”, ma anche come tempo di recupero ottimale dopo una seduta di allenamento – incide almeno per il 40% sulla qualità della nostra performance.
Se dopo la fase di training non si consente al nostro corpo di recuperare in maniera adeguata le energie spese, il rischio è quello di arrivare al momento topico (quello della performance) in condizioni parzialmente debilitate o comunque non al top delle nostre oggettive potenzialità.
Allo stesso modo, è fondamentale il recupero subito dopo il massimo sforzo, come ci insegnano, ad esempio, i ciclisti professionisti che, appena tagliato il traguardo, ricevono puntualmente dai massaggiatori delle borracce con proteine e carboidrati a rapida assimilazione. In quel momento, infatti, si apre la cosiddetta “fase anabolica”, ovvero una finestra temporale durante la quale l’atleta può recuperare tutte le energie perse in poco tempo: dallo zucchero che ha consumato e che deve ri-depositare nei propri muscoli alla ricostruzione della massa muscolare.
Al secondo posto nel perseguimento della miglior performance possibile c’è l’alimentazione che rappresenta, non solo idealmente, il carburante del nostro motore. Se non si segue un’adeguata strategia ormonale, infatti, il nostro organismo si esprimerà sempre al di sotto delle sue possibilità. Sbagliare l’alimentazione, in sintesi, pregiudica le qualità allenate e vanifica il tempo impiegato per l’allenamento.
Nella triade di fattori, quello meno importante – contrariamente alle comuni convinzioni – è proprio l’allenamento. Che rappresenta certamente una fase decisiva ai fini delle performance ma che, come detto, risulta fortemente condizionato dalla qualità del riposo e dalla congruità del regime alimentare. Inutile, in altre parole, sottoporsi a massacranti sedute di allenamento se il vostro organismo, già in partenza, è debilitato da un riposo non ottimale, così come è inutile pigiare sull’acceleratore se il serbatoio delle energie è mezzo vuoto per colpa di un’alimentazione errata.
Iader Fabbri
Consulente nutrizionale e divulgatore scientifico